Storia

A circa sei chilometri da Carpi, in località Fossoli, è ancora visibile il Campo costruito nel 1942 dal Regio Esercito per imprigionare i militari nemici (Pg.73). Nel dicembre del 1943 il sito è trasformato dalla Repubblica Sociale Italiana in Campo di concentramento per ebrei. Dal marzo del 1944 diventa Campo poliziesco e di transito (Polizei und Durchgangslager), utilizzato dalle SS come anticamera dei Lager nazisti.

Costruito nel corso del secondo conflitto mondiale per internare i prigionieri militari inglesi, il suo utilizzo si spinge oltre la guerra quando viene riadattato ad un uso civile; con questa funzione resta abitato fino anni Settanta quando ormai vuoto viene lasciato in abbandono. Solo nel 1984 il Comune di Carpi ottiene dallo Stato a titolo gratuito la sua proprietà con l’impegno che diventi il Museo nazionale della deportazione, visto il ruolo di campo nazionale della deportazione dall’Italia che ha svolto durante la Repubblica sociale.
La sua lunga storia restituisce una pluralità di vicende e memorie che rappresentano uno spaccato esemplificativo dei grandi temi storiografici del XX secolo, che il restauro delle baracche superstiti sta portando alla luce anche nelle tracce materiali.

Oggi è un luogo vivo di storia, incontro e formazione.