11 ottobre, Letture d'autore: Sciuscià. Bambini e ragazzi di strada nell'Italia del dopoguerra, di Bruno Maida
| LETTURE D'AUTORE | INCONTRI CON UN LIBRO |
11 ottobre | ore 18:30 | La Fenice Liberia, Carpi
Letture d'autore. Incontri con un libro
Incontro in collaborazione con Istituto Storico di Modena
Sciuscià. Bambini e ragazzi di strada nell'Italia del dopoguerra
di Bruno Maida, Einaudi, 2024
> Bruno Maida dialoga con Giulia Dodi, Istituto Storico di Modena
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| ingresso libero e gratuito, senza prenotazione
| l'incontro è riconosciuto ai fini dell'aggiornamento docente
| verranno rilasciati gli Attestati di partecipazione
| streaming sulla pagina facebook della Fondazione Fossoli
Sinossi | «Sciuscià» è una delle parole italiane piú conosciute al mondo. Resa celebre dall’omonimo film di Vittorio De Sica è arrivata a incarnare e rappresentare la condizione dell’infanzia povera e abbandonata nell’Italia nel dopoguerra, forse più di ogni altro aspetto sociale ed economico. Dalla liberazione di Napoli nel 1943 fino alla fine del decennio, i bambini e i ragazzi di strada sono il simbolo del contrasto tra un’infanzia come immagine positiva del futuro e un’infanzia “pericolosa” che vive ai margini della società e spesso è costretta a delinquere. Nascono moltissime iniziative assistenziali, religiose e laiche, per nutrirli, vestirli, educarli. Gli sciuscià diventano così protagonisti di un progetto di salvezza dell’infanzia e le loro storie sono raccontate dal cinema, dalla letteratura, dalla fotografia, dai diari e dalle memorie.
Le pagine che si leggono in questo libro raccontano le vicende di quei bambini e ragazzi di strada chiamati «sciuscià». Non è quindi in senso stretto la storia dei lustrascarpe che nei primi anni del dopoguerra popolano le grandi città italiane, in particolare Roma e Napoli, invase dai militari alleati a cui di fatto si deve il nome. Non è neanche la storia del film di Vittorio De Sica, vincitore del premio Oscar come migliore pellicola straniera nel 1948, che ha reso la parola «sciuscià» famosa in tutto il mondo. Eppure questo libro è anche la storia dei lustrascarpe e del film di De Sica, per tre motivi. Il primo è politico e culturale. L’intreccio di creatività e avversità di cui parla la motivazione dell’Oscar al film sembra dipingere il tradizionale stereotipo dell’italiano che se la cava in qualche modo, si arrangia e alla fine o sparisce nel gorgo luciferino della miseria o, baciato dalla fortuna, conquista il successo. Il secondo motivo è che «sciuscià» è una sineddoche. I lustrascarpe sono la parte visibile di una massa di bambini e ragazzi orfani, poveri e profughi che vivono e sopravvivono nelle strade delle città italiane del dopoguerra. Il terzo motivo è il valore per cosí dire universale, nel tempo e nello spazio, dello sciuscià. La sua figura di bambino è quella che aggruma l’idea di tutte le infanzie vissute ai margini della società nel corso del Novecento: vittime dei cambiamenti che investono le comunità dopo guerre e catastrofi oppure espressioni icastiche dell’umanità dimenticata e offesa a ogni latitudine.
L'autore | Bruno Maida è professore di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Torino. Per Einaudi ha pubblicato La Shoah dei bambini. La persecuzione dell'infanzia ebraica in Italia (1938-1945), (2013 e 2019), L'infanzia nelle guerre del Novecento (2017 e 2023), I treni dell'accoglienza. Infanzia, povertà e solidarietà nell'Italia del dopoguerra 1945-1948 (2020) e Sciuscià. Bambini e ragazzi di strada nell'Italia del dopoguerra 1943-1948 (2024).
La Fondazione Fossoli, aderente alla Rete degli istituti associati all’Istituto Nazionale Ferruccio Parri (ex Insmli), è riconosciuta Ente di formazione docente presso il Miur (DM 25.05.2001, prot. n. 802 del 19.06.2001, rinnovato con decreto prot. 10962 del 08.06.2005, accreditamento portato a conformità della Direttiva 170/2016 con approvazione del 01.12.2016 della richiesta n. 872).
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