22 luglio 2013

Commemorazione strage dei 67 martiri di Fossoli, 14 luglio 2013

 

La strage del Poligono di tiro di Cibeno è stato l’atto più efferato  commesso in Italia dalle SS su persone internate in campo di concentramento.

I fatti sono noti.

All’alba del 12 luglio 1944, 69 internati nel campo di concentramento per politici di Fossoli sono portati in tre gruppi al Poligono di tiro e lì fucilati per rappresaglia, repliques montres si dice nella condanna che viene letta, verso l’uccisione di 7 militari tedeschi in un’azione in Liguria.  Ma una tale motivazione mostra molte incongruenze: di tempo (la strage in Liguria avviene giorni prima), di luogo (la distanza tra i luoghi), di comunicazione (si fa di tutto per occultare la strage e non per farne esibirla come deterrente).

Perché loro? Per quale motivo la scelta è ricaduta proprio su quei nomi?

Molti dei compagni di prigionia riferiranno nelle testimonianze e deposizioni successive che si trattava dei “migliori”; migliori perché anche all’interno del campo, dopo aver subito la durezza del carcere e pur vivendo nella costante incertezza della loro sorte, molti di loro non avevano ceduto e, anche in quelle condizioni difficili, continuavano il loro lavoro di resistenza.

Oggi la morte di tutti gli imputati ha chiuso definitivamente la possibilità di avvalersi dell’iter giudiziario anche come strumento di conoscenza, come è avvenuto in anni recenti  per altre stragi nazifasciste.

Ma l’accertamento dei fatti della giustizia e quelli della storia poggiano su modi e finalità differenti e se la strada processuale è ormai inesorabilmente chiusa, la storia, una disciplina per certi aspetti più libera rispetto alla giustizia, può e deve continuare ancora la sua ricerca di verità.

E quello della ricerca storica è uno dei modi con cui la Fondazione Fossoli e l’amministrazione di Carpi intendono svolgere il loro impegno di memoria, accompagnato da una azione attenta di divulgazione e formazione.

Il 14 di luglio scorso finalmente due targhe commemorative sono state poste nel luogo della strage, perché il ricordo di quanto avvenuto e la commemorazione delle vittime sia un atto costante e visibile oltre la giornata del 12 luglio.

Una prima è all’ingresso del Poligono e racconta cosa è avvenuto quel 12 luglio 1944, la seconda è sulla pietra tombale che ricopre la fossa comune, e riporta, onorandoli, i nomi delle 67 vittime, la loro età e provenienza.  Abbiamo voluto che tale targa riportasse una carta dell’Italia su cui collocare i luoghi di nascita perché risultasse  immediatamente evidente che la strage di Fossoli coinvolge e riguarda l’intera comunità nazionale, allora come oggi.

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Marzia Luppi, direttrice Fondazione Fossoli

 

(dal link a fianco è possibile scaricare l'immagine delle targhe commemorative)