

Les enfants terribles
dramma breve
di Jean Cocteau
adattamento drammaturgico di Luca Ghelfi
Paul e Elisabeth sono due fratelli rimasti orfani, il loro mondo è unicamente la “camera”, regno di giochi e di esperienze visionarie. Paul, quattordicenne all’inizio del romanzo, frequenta il liceo del quartiere, vero punto d’incontro della gioventù locale. Il libro si apre con una giornata nevosa: i ragazzi che escono da scuola si sfidano in una battaglia a palle di neve; Dargelos, il bullo della situazione, nonché mito di Paul, colpisce Paul in pieno petto con una palla di neve, in realtà, forse, un sasso ricoperto, e da qui inizia lo spettacolo. Il ragazzo si sente male; viene invitato a non riprendere più la scuola e così si barrica nella profondità della sua camera, limitandosi a sognare Dargelos. La sorella, ormai diventata infermiera e Gérard, compagno di scuola ed orfano anch’egli, si occupano di lui. Elisabeth decide di cercare un lavoro: trova un posto come modella e fa amicizia con la collega Agathe, anch’ella orfana. Ben presto la “camera” si apre anche a lei e si crea un incrocio di simpatie: Gérard ama Elisabeth e Agathe ama Paul…
BREVI NOTE DI REGIA
Paul ed Elisabeth . Il loro rapporto è tanto singolare da apparire morboso. Inseparabili, vivono nella stessa stanza e passano il tempo ad ingiuriarsi e a fare giochi insoliti e provocatori. Quando Paul, durante una battaglia di palle di neve all’uscita dal liceo Condorcet, viene colpito dal suo compagno di scuola Dargelos con una pietra nascosta dentro la neve, è costretto a rimanere a casa assitito da Elisabeth; verranno poi raggiunti da Gérard, il migliore amico di Paul e Agathe, conosciuta da Elisabeth in una casa di mode. Il dramma si compie quando Elisabeth si accorge che Paul ed Agathe si sono innamorati l’una dell’altro. Paul subisce il fascino perverso di Dargelos, il compagno che lo ha ferito con la palla di neve e in seguito, come palliativo, per l’inaspettata irraggiungibilità del compagno, si innamora di Agathe la quale, guarda caso, assomiglia in modo stupefacente a Dargelos.
La nostra scatola scenica è la stanza dei ragazzi, la stanza dell’infanzia, dei giochi che diverrà poi in età adulta un luogo nostalgico, un luogo di ricordi, è una stanza che cambia di età in età, fino al termine dell’adolescenza. L’atmosfera è come una stanzetta di una casa delle bambole, dentro la stanza dei giochi, un mondo dentro in un altro mondo. Le case in miniatura, spesso venivano rappresentate proprio le case dove vivevano i loro creatori) che vide come classi maggiormente interessate quelle di nobili e borghesi. I nostri piccoli protagonisti vivono in quella stanzetta, il pubblico è come se guardasse dentro a quella piccola stanza da fuori, osserva l’azione di quel gioco scenico reale, teatrale; è il gioco nel gioco, è il teatro nel teatro. Prendiamo ad esempio la stanza dei giochi di Fanny & Alexander, capolavoro di Ingmar Bergman, dove troviamo sempre un fratello ed una sorella che si isolano nel loro mondo, nella loro stanza dei giochi. Oppure possiamo pensare al Piccolo Lord, dove invece la stanza dei giochi è un luogo di crescita, dove il gioco è una preparazione a quel grande gioco che è la vita. I nostri personaggi si muovono infreddoliti in un luogo di precoce crescita interiore, di turbamenti adolescenziali, dove vengono travolti dalle curiosità da adulti. Quell’atmosfera invernale, che si percepisce sia esternamente che ovviamente internamente è di freddo, di mancanza di calore affettivo, miscelato dal freddo invernale; è forse, probabilmente un Natale senza strenne, senza luci e senza regali.
con:
Giacomo Càrson, Laura Manni, Francesca Cangini, Lorenzo Di Mezzo.
Atmosfere di: Amedeo Secondo Mucchi
Regia e Scenografia: Luca Ghelfi