26 gennaio-28 febbraio, Sauro Cavallini. L'opera di un internato, in mostra a Firenze
| SAURO CAVALLINI. L'OPERA DI UN INTERNATO | IN MOSTRA A FIRENZE |
Ideazione Centro Studi Cavallini | Curatrice Maria Anna Di Pede
In collaborazione con Fondazione Fossoli e Museo della Deportazione di Prato
> Apertura mostra dal 26 gennaio al 28 febbraio 2023 | Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati, piazza Duomo 10, Firenze > orari: lun-ven 10-12.30 e 14-16.30 | sabato 10-12.30 > ingresso gratuito
> Inaugurazione e presentazione mostra 26 gennaio ore 11.00 | Sala Pegaso della Giunta Regionale, Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati, piazza Duomo 10 Firenze | Intervengono: Eugenio Giani, Presidente Regione Toscana | Elena Pianea, Responsabile Cultura Regione Toscana | Teo Cavallini Presidente Centro Studi Cavallini.
Per info e prenotazioni tel. 335 7877373 | e-mail art@saurocavallini.it | www.saurocavallini.com
Sauro Cavallini (La Spezia 1927 - Fiesole 2016), uno degli artisti più significativi della seconda metà del Novecento, conobbe l’orrore dei campi di internamento durante la Seconda Guerra Mondiale: all’età di sedici anni venne arrestato dalla polizia fascista e internato nel campo del Gradaro a Mantova. I mesi di prigionia segnarono profondamente la vita di Cavallini e quando, a poco più di trent’anni, cominciò a dedicarsi alla scultura decise di rappresentare la cruda realtà di cui era stato testimone: le opere realizzate in quegli anni sono ora esposte per la prima volta nelle prestigiose sale di Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati, sede della presidenza della Giunta Regionale della Toscana.
La mostra, ideata dal Centro Studi Cavallini e curata dal direttore Maria Anna Di Pede, è stata realizzata con la collaborazione della Fondazione Fossoli, del Museo della Deportazione di Prato e della Regione Toscana e si inserisce nella serie di eventi organizzati in occasione della Giornata della Memoria 2023. Nell’allestimento le sculture, realizzate in ferro e in ottone, sono affiancate a pannelli, a fotografie e a documenti storici che illustrano uno dei periodi più dolorosi della nostra storia: i crimini nazifascisti commessi sulla popolazione civile e militare. E le opere di Cavallini, lungamente meditate, costituiscono il segno tangibile della sofferenza e dello scempio dell’umanità, sostituiscono la parola, hanno la forza espressiva immediata dell’arte. Il maestro plasma le sue figure definendole sinteticamente con gocce di metallo fuso sovrapposte in modo irregolare; questa lavorazione, lunga e paziente, gli consente di riversare nelle opere la sua inquietudine e di rievocare i ricordi dei corpi scheletrici, degli sguardi vuoti, delle torture e delle fucilazioni. Questa terribile esperienza condizionò tutta l’opera di Cavallini che volle sempre affidare alle sue sculture un messaggio per l’umanità: un messaggio di pace, di fratellanza e di amore universale. Le opere esposte in mostra fanno parte della collezione permanente custodita nella Casa Museo Sauro Cavallini di Fiesole, dove ha sede il Centro Studi inaugurato nel 2017 con lo scopo di divulgare l’attività artistica dello scultore.
Non è la prima volta che compaiono in pubblico queste particolarissime sculture di Sauro Cavallini. Alcune di esse, nel luglio del 2021, furono temporaneamente in mostra presso il Campo di Fossoli di Carpi (MO), sul palco preparato per ospitare gli interventi dell’allora presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli e la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, in occasione del 77° anniversario dell’eccidio nazista di Cibeno.
> clicca qui per aprire il comunicato stampa