07 ottobre 2011

I GATTI DI PIRANO - TRIESTE LIBRERIA INTERNAZIONALE LA FENICE: VENERDI' 7 OTTOBRE ORE 17.30

“Con il mare negli occhi” era il titolo di un libro che, qualche anno fa, ricostruiva le storie dei profughi giuliano-dalmati arrivati nel secondo dopoguerra a Torino. E il mare è il protagonista di questo racconto. Un mare che, come scrive Claudio Magris, “era trasparente come l’aria, lasciava vedere nitido il fondo e invitava a nuotare sott’acqua a bocca aperta, come per berlo tutto…”.
Il racconto di Anna e Marino è una toccante testimonianza che ci fa toccare con mano cosa significhi davvero lo sbriciolamento di un mondo, la scomparsa di una comunità, quella di Pirano, travolta dagli eventi successivi alla seconda guerra mondiale. Con delicatezza e umanità ci restituisce la lacerazione di un distacco avvertito immediatamente come definitivo e inspiegabile agli occhi dei bambini. Sì, perché il protagonista della nostra storia è un bambino, nato e cresciuto con il mare, che non può capire perché i suoi amici o i suoi parenti comincino a lasciare il paese; non può capire perché lui stesso con la sua famiglia deve lasciare il suo mondo. Sono pagine attraversate da richiami letterari e poetici che ci aiutano ad entrare in una vicenda dolorosa che non si può spiegare solo con la ricostruzione degli eventi della grande storia. Il padre di quel bambino dirà “paghiamo colpe non nostre”, per questo nel racconto compare il termine “vinti” con citazioni di Verga: persone che lasciano le loro case, arrivano a Trieste e poi al Campo di Fossoli, ribattezzato Villaggio San Marco.
A quel punto bisogna ricostruire la propria vita “in una terra lontana dal mare”, con la nostalgia struggente del paese abbandonato nel cuore. Nuove persone, nuovi problemi, incomprensioni e fraintendimenti. Disagi e difficoltà, ma anche la voglia di conquistare un nuovo futuro, nonostante l’esodo, nonostante la lontananza di tanti che sono emigrati, magari in Australia o negli Stati Uniti. Alcuni, come la famiglia di Marino, restano in Emilia, a Carpi, e i ragazzi cominciano a frequentarsi, a riconoscere gli uccelli invece che i pesci, a farsi coraggio e a conoscere le ragazze. C’è un mondo che, senza dimenticare niente, semplicemente rinasce.
Il mondo che ha provocato i disastri della seconda guerra mondiale, il fascismo e il nazismo, sono gli sconfitti della storia, insieme al nazional-comunismo di Tito. Ecco allora che ci piace pensare a questi ragazzi – ora uomini maturi, come Marino – come persone che hanno vinto. Testimoni di un mondo che insieme a loro ora vogliamo migliore, in Italia, in Slovenia, in Croazia, in Europa. Lavoriamo per questo.


Lorenzo Bertucelli
Presidente Fondazione ex Campo Fossoli