23 dicembre 2023

Buone feste dalla Fondazione Fossoli con La favola di Natale di Giovannino Guareschi

| LA FAVOLA DI NATALE DI GIOVANNINO GUARESCHI

Nel porgere i più sentiti auguri di buone feste, la Fondazione Fossoli vi propone in regalo l'ascolto di un'opera nata in lager nel 1944, che riprende vita nella suggestiva cornice del Campo di Fossoli.


La favola di Natale di Giovannino Guareschi
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Il video sarà attivo dal 23 dicembre al 1° gennaio


Produzione | Fondazione Fossoli
Voce Narrante | Simone Maretti
Cello bass ed effetti | Simone Di Benedetto
Video | Roberto Zampa


Abstract | Ne La favola di Natale, scritta in campo di concentramento in occasione del Natale del 1944, Giovannino Guareschi fornisce la più evidente, geniale, poetica dimostrazione di un principio universale: v’è una parte degli uomini - quella che non è fatta di materia, ed è quindi immortale - che non può essere imprigionata, percossa, umiliata. Si tratta dell’anima. Ed è l’anima che, anche nelle circostanze più estreme e avverse, può aiutare l’individuo a mantenersi in vita e a salvaguardare la propria umanità.


Questa favola è nata in un campo di concentramento del Nordovest germanico, nel dicembre del 1944, e le muse che l’ispirarono si chiamavano Freddo, Fame e Nostalgia. Questa favola io la scrissi rannicchiato nella cuccetta inferiore di un "castello" biposto, e sopra la mia testa c’era la fabbrica della melodia. Io mandavo su da Coppola versi di canzoni nudi e infreddoliti, e Coppola me li rimandava giù rivestiti di musica soffice e calda come lana d’angora. [...] La nostalgia l’hanno inventata i prigionieri perché in prigionia tutto quello che appartiene al mondo precluso diventa favola, e gente ascolta sbalordita qualcuno raccontare che le tendine della sua stanza erano rosa. In prigionia anche i colori sono una favola, perché nel lager tutto è bigio, e il cielo, se una volta è azzurro, o se un rametto si copre di verde, sono cose di un altro mondo. 
Anche la realtà presente diventa nostalgia. Noi pensavamo allora alle cose più umili della vita consueta come meravigliosi beni perduti, e rimpiangevamo il sole, l’acqua, i fiori come se oramai non esistessero più: e per questo uomini maturi trovarono naturale che io, per Natale, raccontassi loro una favola, e giudicarono originalissimo il fatto che, nella favola, un uomo s’incontrasse con sua madre e col suo bambino. 
Giovannino Guareschi